After pdf download






















Include a comfortable bed, a bowl of clean. Free download or read online After pdf ePUB book. The first edition of the novel was published in , and was written by Anna Todd. The book was published in multiple languages including English, consists of pages and is available in Paperback format. The main characters of this romance, new adult story are ,. The book has been awarded with , and many others. Please note that the tricks or techniques listed in this pdf are either fictional or claimed to work by its creator.

Tiro fuori il telefono e controllo i messaggi. Ci sei, Tess? Tutto bene? Devo chiamare tua madre? Mi sto preoccupando. Perderebbe la testa se pensasse che mi sia successo qualcosa al primo weekend di college. Appena la posa a terra accanto al water, Steph inizia a vomitare. Distolgo lo sguardo ma le scosto i capelli dal viso.

Ha bisogno di dormirci su, per smaltire. Mi siedo sul letto accanto a Steph e le sistemo i cuscini. Sobria, con una ragazza ubriaca accanto mentre fuori prosegue la festa, mi sento una vera sfigata.

Accendo una lampada e mi guardo intorno. Il mio sguardo si posa immediatamente sulle mensole di libri che coprono una delle pareti. Questo mi tira su, e vado subito a curiosare tra i titoli. Mi giro e lo vedo venire verso di me.

Mi strappa il libro di mano e lo ripone sullo scaffale. Sono confusa: pensavo che la festa non potesse peggiorare, e invece eccomi qua, bec- cata a ficcanasare nella roba di Hardin. Lui fa un altro passo avanti. Aspetta… «Ma tu sei iscritto a questa confratern- ita? Sospiro e gli do le spalle, girandomi verso i libri.

Non so dove andare, ma devo allontanarmi da lui prima di prenderlo a schiaffi. O di scoppiare a piangere. Mi volto e lo oltrepasso. Mi giro e vedo che stringe tra i denti il piercing che ha sul labbro.

Pensavo foste amici. Hardin, con un fiore tatuato? Sono imbarazzata ed esausta, non ho nessuna voglia di litigare con lui. Questo genere di feste, questo tipo di persone non fa per me. Steph mi sta simpatica, ma non ce la faccio a gestire una persona come Hardin.

Mi asciugo le lacrime e mi rendo conto che non ho idea di dove sono e di come torn- are al dormitorio. Avrei dovuto pensarci meglio prima di venire alla festa. Nate e Zed sono spariti. Forse dovrei solo entrare in una stanza a caso e dormire per terra? Per quanto ci provi non riesco a calmarmi, e non voglio scendere al piano terra e farmi vedere in lacrime dagli altri. Torno indietro, trovo il bagno in cui abbiamo portato Steph e mi siedo a terra con la testa sulle ginocchia.

Con quella ragazza dai capelli rossi? Non volevo essere giudicata. Sbuffo e mi affretto ad aprire. Fino a ora. Quando lo oltrepasso per uscire dal bagno, mi prende per un braccio e mi tira indietro. Se non fosse Hardin, penserei che sia preoccup- ato per me. Tieniti le cattiverie che stavi per dire per domani. Sembra confuso. Resta a guardarmi per un momento prima di parlare. Si fa da parte per lasciarmi passare.

Mi addormento con i pensieri in sub- buglio. Sogno rose dai contorni confusi, sogno occhi verdi e furibondi. Steph dorme ancora, russa con la bocca aperta. Infilo le scarpe, recupero la borsa ed esco. Dovrei bussare alla porta di Hardin o cercare Nate? Ma Nate poi appartiene alla confraternita? Quando entro in cucina devo proibire a me stessa di mettermi a pulire. Mi piacerebbe proprio vedere Hardin che fa le faccende, penso ridacchiando.

Spazza con un braccio il bancone facendo ricadere nel sacco tutti i bicchieri di plastica. No, lui non vive qui.

Ti pare il tipo da confraternita? Sembra risentirsi. Mi gira intorno per aprire lo sportello accanto a me e tira fuori un rotolo di carta da cucina.

Lo guardo storto ed esco dalla cucina. La gentilezza di ieri sera era chiaramente un episodio isolato, e oggi ha intenzione di recu- perare il terreno perduto. Vado a svegliare Steph, che apre gli occhi senza porre resistenza e mi sorride. Ci faremo dare un pas- saggio da uno di questi cretini. Scommetto che Hardin voleva solo farti arrabbiare», e mi posa una mano sulla spalla. Quando entriamo in cucina, Hardin sta tirando fuori dal forno alcune lattine di birra.

Steph gli si rivolge in tono autoritario: «Hardin, puoi accompagnarci a casa? Mi scoppia la testa». Non che io lo stia osservando, sia chiaro. Mi sveglio prestissimo per avere il tempo di fare una doccia senza fretta e senza ragazzi in giro. La camicia bianca e la gonna a pieghe marrone sono perfettamente stirate e pronte da indossare. Dato che questa persona ci tiene quanto me ad arrivare in orario, mi siedo accanto a lui. Ci mettiamo a chiacchierare aspettando che inizi la lezione.

Non mi prende in giro quando gli dico che Noah ha un anno meno di me. Con grande sollievo vedo Landon seduto in prima fila accanto a un posto vuoto. Il professore comincia la lezione, dis- tribuisce il programma del semestre e si presenta: racconta come ha deciso di fare questo lavoro e ci parla della sua passione per la letteratura. Cosa farebbe in quel caso?

Hardin sta prendendo posto al banco accanto al mio. Landon resta in silenzio per il resto della lezione e tiene gli occhi fissi sul professore per tutto il tempo. Ho deciso di trattarlo come lui tratta me. Sono solo molto contento che abbiamo un corso in comune», sghig- nazza. Cerco di immaginare che aspetto avrebbe senza i tatuaggi e i piercing. Ci avviamo al mio dormitorio, e dopo venti passi lui grida: «Smettila di fissarmi! Afferro la borsa ed esco in anti- cipo.

Mi giro e vedo la ragazza della festa, quella con i capelli rosa. Mi pare che Steph abbia detto che si chiama Molly. Esito per un momento, e poi scuoto la testa. Ieri mi parlava di te». Impreco, sperando che non sia un cattivo presagio per il weekend. Molly mi saluta con un cenno; io le sorrido ed esco dal bar.

Le sue parole mi rimbom- bano in testa: doppia coppia con chi? Lei e Hardin? Davvero escono insieme? Mi riprometto di tele- fonargli stasera e scoprire come se la passa senza di me. Vedo Landon appoggiato con la schiena al muro: avevamo progettato di incontrarci in caffetteria prima delle lezioni che frequentiamo insieme.

Mi avvicino e lui mi saluta con un gran sorriso. Non nascondo il mio entusiasmo, e mi lascio sfuggire un piccolo strillo. Giurerei di sapere cosa sta per dirmi, a giudicare dal suo sguardo serissimo. Alzo gli occhi: lui sorride, e io non riesco a non ammirare le sue fossette. Lui ride di nuovo, e stavolta mi unisco a lui.

Quando si rende conto che sta ridendo con me, smette di colpo. Una strana scintilla attraversa i suoi occhi. Ma che problema ha? Sembri indaffarato. Aspettavo con ansia il weekend! Tuttavia mi limito a dirgli: «No, questo weekend non esco. Mi manchi». Immagino sia quella di cui parlava Molly. Mi collego a Net- flix per consultare i film disponibili.

Ti giuro che stavolta non rimarremo tutta la notte. Facciamo solo un salto. Ti annoierai a morte da sola in questa stanzetta! Ma devo ammettere che il colore acceso si intona bene ai suoi capelli rossi. Ammiro la sua sicurezza. Ma poi lo schermo del mio computer diventa nero. Non si riaccende. Mi rendo conto che non ho voglia di star- mene da sola nel dormitorio senza niente da fare. Sopra ci metto una semplice camicetta nera senza maniche con le spalline bordate di pizzo.

Credo che tu la metta in soggezione. Chi mai al mondo si farebbe mettere in soggezione da me? Il contrario, al limite. Cambia ragazzo ogni settimana. Hardin non sta con nessuna. Se ne scopa tante, ma non vuole relazioni. Appena arriviamo Molly sparisce e io mi ritrovo seduta sul divano. Mi squadra dalla testa ai piedi, poi alza di nuovo lo sguardo sul mio viso. Non cerca minima- mente di nascondere il fatto che mi sta fis- sando.

Non mi segue, e la cosa mi dispiace. Molly passa una bottiglia di liquore a Nate, che beve un sorso. Le sue parole mi fanno arrabbiare. Non sono una bigotta. Fulmino Hardin e mi siedo a gambe incrociate nel circolo, tra Nate e una ragazza. Hardin ride e bisbiglia qual- cosa a Zed prima che inizi il gioco. Nate si frega le mani.

Sei… vergine? Nessuno degli altri sembra trovare indiscreta la domanda, anzi si divertono un mondo. Mi sento avvampare. Vorrei sotter- rarmi, invece annuisco. Nessuno pare stupirsi della mia risposta, ma tutti si mostrano molto interessati alla questione. Scuoto la testa. Ma decido di no. Non riesco a non guardare il suo torace snello e i tatuaggi neri sulla pelle abbronzata. Spero che nessun altro si sia accorto che lo fissavo.

Il gioco continua. Molly bacia Tristan e Zed. Steph ci racconta della prima volta che ha fatto sesso. Stupisco anche me stessa: «Obbligo». Mi giro e vedo che Hardin e Molly ridono di me. Qualcuno mi porge la bottiglia di vodka.

Tento di ignorare quelli che sghignazzano alle mie spalle. Tutti applaudono e ridono, tutti tranne Hardin. Se non lo conoscessi, direi che sembra arrabbi- ato, o deluso. Obbedisco, e devo ammettere che per una volta mi sento rilassata. Mi sento bene. Naturalmente lui sceglie obbligo. Baciatevi, non fate tante storie», insiste Molly. Senza guardarmi, Hardin beve un sorso dal suo bicchiere. Spero di averlo offeso. Anzi, non me ne importa niente.

Quando mi alzo mi rendo conto di quanto ho bevuto. Barcollo, ma riesco a restare in piedi e mi allontano dal gruppo. Raggiungo faticosamente il portone di casa, chiudo gli occhi e respiro la fresca brezza autunnale. Passa un istante di silenzio. Non avrei dovuto chiamarlo. Spengo il telefono per evitare che mi richiami. Torno in casa, ignorando i fischi e i richiami volgari dei ragazzi ubriachi. Trovo una bottiglia di liquore sul bancone della cucina e bevo un sorso, un sorso troppo lungo.

Mi giro e vedo che i miei «amici» sono ancora seduti in circolo a fare quello stupido gioco. Sono miei amici? Non credo. Come osa Molly imporre a Hardin di baciarmi? Sa benissimo che sono fidanzata. Diversamente da lei, io non vado in giro a baciare chiunque. In vita mia ho baciato solo due ragazzi: Noah e Johnny, un bambino con le lentiggini in terza elementare, che subito dopo mi ha tirato un calcio sugli stinchi.

Ne dubito. Cosa mi prende? Pochi minuti dopo mi viene la nausea. Corro nel bagno al piano di sopra e mi siedo davanti alla tazza, ma non succede niente.

Mi tornano in mente i commenti di Hardin su quel romanzo. Probabilmente ha dovuto leggerlo per la scuola. Ma come mai ha sul comodino anche Cime tempestose?

Mi passa subito il capogiro. La sua espressione inferocita mi spaventa, ma allo stesso tempo la trovo buffa. Lo guardo storto. Ho troppa vodka in corpo per lasciarmi trattare in quel modo.

Quindi vattene! E pensare che a un certo punto credevo che potessimo essere amici. Con le tue stupide gonne a pieghe, poi! A sedici anni ho iniziato a lavorare per aiutarla a pagare le bollette, e i miei vestiti mi piacciono: scusami tanto se non vado in giro vestita da spogliarellista come tutte le altre! Per essere uno che ci tiene a essere ori- ginale, di sicuro non ci pensi due volte a giudicare le persone diverse da te!

Come se si ritenesse in diritto di essere arrabbiato. Non voglio essere tua amica», gli dico, e vado ad aprire la porta. La vodka mi ha dato il coraggio di par- largli in quel modo, ma ora mi fa percepire tutta la tristezza della situazione. Non mi interessa diventare amica di nessuno di voi. Sono tutti ubriachi, me compresa.

Sono profonda- mente umiliata che Hardin, proprio lui, mi veda piangere. E dato che sono le uniche feste a cui vado…» Faccio per uscire. La stanza ricomincia a girarmi intorno e mi aggrappo alla cassettiera accanto alla porta. Annuisco, anche se ho la nausea. Lo spingo via, irritata. Io non bevo. Non vorrai sederti qui e farmi da babysitter, vero? Bevo un lungo sorso e sento un leg- gero sapore di menta sul bordo, e non riesco a non chiedermi che sapore avrebbe la bocca di Hardin.

Dopo qualche minuto di silenzio Hardin dice: «Posso farti una domanda? Ma quando vedo che non reagisce, prendo coraggio e gli faccio la stessa domanda. Mi risponde solo con uno sguardo indispettito. Alla fine gli chiedo: «Sono tuoi quei libri?

Ma il tuo ragazzo lo sa che sei di nuovo a una festa? Che cogli- one, poveretto. Si intuisce dal car- digan e dai mocassini. Mentre si asciuga il viso, mi alzo in piedi appoggiandomi allo scaffale.

Rovescio un paio di libri, ma li lascio dove sono ed esco dalla stanza. Scendo al piano di sotto e sgomito tra la gente per raggiungere la cucina. Intravedo Zed nella stanza accanto e lo trovo seduto con un bel ragazzo vestito in stile preppy.

Logan mi sorride e mi offre la bottiglia che ha in mano. Scuote la testa. Ma cosa? La gente inizia ad andar via. Sono molto stanca, e mi rendo conto che non so come tornare in dormitorio.

Zed fa spallucce, e in quel momento mi appaiono davanti i riccioli di Hardin. Mi alzo e lo spintono per passare, ma lui mi prende per un braccio. Cerco un altro bicchiere pieno da tirargli in faccia. Non passano gli autobus. Grazie al tuo nuovo stile di vita alcolico, anche stavolta sei bloccata qui. Chiedo a Zed di accompagnarmi di sopra a cercare la stanza in cui sono stata la settim- ana scorsa, sperando che sia libera.

Ripenso alle parole di Hardin sul fatto che io e Noah non siamo ancora andati a letto insieme. Con quei pensieri che mi frullano in testa mi sdraio sul letto, ma resto a guardare il soffitto cercando invano di addormentarmi.

Ma alla fine mi si chiudono gli occhi e mi appisolo. Scatto a sedere sul letto e gli colpisco la testa con il mento, mordendomi la lingua. Ha il respiro affan- noso e puzza di vomito e alcol. Tento di spingerlo via, ma non ho abbastanza forza nelle braccia. Lui ride. Mi tremano le mani, ma quando finalmente riesco ad aprire la porta mi tuffo in corridoio, dove diverse persone mi guardano strano.

Per favore, apri! Si stropiccia gli occhi. Lui mi oltrepassa per controllare in cor- ridoio. Non riesco a non fissare i muscoli che gli guizzano sotto la pelle tatuata mentre cammina verso il letto. Si stropiccia di nuovo gli occhi. Scusa se ti ho svegliato, ma non sapevo cosa…» «Non preoccuparti. Ti ha messo le mani addosso? Sono stata tanto stupida da chiudermi a chiave in una stanza con un estraneo ubriaco, quindi me la sono cer- cata.

Non sei abituata a questo tipo di… situazioni. Mi avvi- cino al letto, domandando silenziosamente il permesso. Lui batte una mano sul materasso e io mi siedo con le mani in grembo. Hardin alza una mano e io accenno a ritrarmi, ma non prima che il suo pollice mi abbia asciugato la lacrima sulla guancia.

Schiudo le labbra per la sorpresa di quel tocco delicato. Guardo nei suoi occhi verdi e vedo le pupille dilatarsi. Mi tiene ancora la mano sulla guancia. Si morde il labbro, prendendo tra i denti il piercing. I nostri occhi si incontrano e io abbasso lo sguardo: non so bene cosa stia succedendo. Ma quando lui toglie la mano, osservo di nuovo le sue labbra e sento infuriare una battaglia tra la mia coscienza e i miei ormoni.

Vincono gli ormoni: mi avvento su di lui e lo bacio, cogliendolo totalmente alla sprovvista. Delete template? Cancel Delete. Cancel Overwrite Save. Don't wait! Try Yumpu. Start using Yumpu now! Terms of service. After We Collided by Anna Todd. After by Anna Todd. Before by Anna Todd. Amor Infinito by Anna Todd.

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